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Apprendiamo dagli amici di GlobalDPO una notizia curiosa, nello specifico riportiamo testualmente che “il Garante ha avviato un’istruttoria nei confronti del Comune di Arezzo, dove, secondo notizie di stampa, a partire dal 1° dicembre 2022 è prevista la sperimentazione di “super-occhiali infrarossi” (che rileverebbero le infrazioni dal numero di targa e, collegandosi ad alcune banche dati nazionali, sarebbero in grado di verificare la validità dei documenti del guidatore).”

I vigili-Robocop, che potete guardare nell’immagine a corredo, avrebbero la colpa di poter esercitare, in linea teorica, “un controllo a distanza sulle attività del lavoratore” tale da mettere a rischio “le garanzie previste dalla disciplina privacy e dallo Statuto dei lavoratori”.

La questione è la solita: quante e quali limitazioni al diritto alla riservatezza siamo disposti a sacrificare in nome della sicurezza?

In questo caso però, è stata la massima autorità italiana in materia a rispondere per noi, perché “il Comune di Arezzo dovrà fornire copia dell’informativa che sarà resa agli interessati, sia cittadini a cui si riferiscono i veicoli e sia personale che indosserà i dispositivi, e la valutazione d’impatto sul trattamento dei dati che li riguarda.”

Non un divieto assoluto dunque, ma una sacrosanta verifica dell’utilizzo dei dati sensibili eventualmente raccolti, per non cadere nel rischio di pesanti sanzioni.

Questa storia ci riporta alla mente, per i più affezionati lettori di GlobalMagazine, un episodio che qualche anno addietro, in piena pandemia covid, ci vide incolpevoli protagonisti, accusati addirittura di essere schiavi dei soliti “poteri forti”. Ci riferiamo in particolare all’articolo sul software Dahua per il controllo degli accessi negli esercizi pubblici, nato per evitare di essere sanzionati in tempi di limitazioni da DPCM ma che alcuni lettori intesero come una sorta di “Grande Fratello” che avrebbe carpito dati, fattezze e forse la stessa anima degli avventori…ovviamente adesso ridiamo di quelle interpretazioni estreme e complottistiche ma allora, lo ricordiamo chiaramente, la cosa ci scosse non poco, tanto che l’autore dell’articolo, il nostro buon Giovanni Polito, dedicò sul suo blog personale un post specifico che vi riportiamo per curiosità qui.

Allora il software contava in maniera anonima le persone che entravano e uscivano da uno spazio chiuso, senza alcun rilevamento biometrico, oggi invece gli occhiali rischiano di diventare molto più invasivi, tali da suscitare il corretto interesse da parte del Garante della Privacy. Chissà se anche i vigili urbani di Arezzo saranno accusati di continuità con il nuovo ordine mondiale!