Il mondo delle valute virtuali, anche note come criptovalute, vive una dicotomia abbastanza paradossale: da un lato i (pochi) fortunati informatissimi e sul pezzo, sicuri delle loro conoscenze su blockchain, ICO e Bitcoin e quindi in grado di emettere giudizi e sentenze, dall’altra tutto il mondo “mainstream” per così dire, invaso ogni giorno da concetti e termini nuovi, molto affascinanti ma che per svariati motivi non sono mai stati approfonditi. Ma che comunque destano molta curiosità.
Se un colosso come Facebook, proprietario sostanzialmente di tutti i principali social network utilizzati nella parte “occidentale” del mondo (ricordiamo anche Instagram e Whatsapp), decide però di scendere in campo inventando di sana pianta una nuova valuta virtuale, Libra, è evidente che l’eco di una tale notizia non può che scuotere il mondo digitale e quello reale, trasformando questa curiosità in voglia di conoscenza.
Scopo dichiarato di Libra è andare ad inserirsi in uno spazio non certo piccolo, quello cioè dei possessori di smartphone privi di conto corrente di tipo “classico”, stimati in 1 circa miliardo di persone. Davvero non male come base d’utenza!
Libra però non sarà, secondo le dichiarazioni iniziali, un clone di Bitcoin ma una moneta di tipo “stablecoin”, ovvero “un token (termine noto per chi conosce la blockchain, ossia una “forma di astrazione di valore utilizzata per contare una quantità di utilizzo di una funzione o di un bene, ed il suo eventuale residuo”, praticamente come le fiche del casinò) il cui valore sarà legato direttamente a quello di una o più valute fiat (materiali), questo per evitare le eccessive fluttuazioni che caratterizzano il mercato delle criptovalute. Libra sarà inoltre regolata da un consorzio di imprese tecnologiche e istituti finanziari”.
A cosa servirà Libra? “L’obiettivo è di rendere facile per tutti inviare e ricevere soldi proprio come condividere messaggi e foto sui social. Per farlo, Facebook sta lanciando una struttura indipendente chiamata Calibra che costruisce servizi che permetteranno di inviare, spendere e accumulare Libra a partire da un portafoglio digitale che sarà disponibile su WhatsApp e Messenger e come app a sé a partire dal 2020. Calibra sarà regolamentata come altri fornitori di servizi di pagamento: tutte le informazioni condivise con Calibra saranno tenute separate da quelle su Facebook. All’inizio permetterà di inviare Libra a quasi chiunque con uno smartphone a costo zero o quasi. Nel tempo, la prospettiva è di offrire servizi per le persone e le imprese come il pagamento delle bollette, l’acquisto di un caffè o di un biglietto dei mezzi pubblici”.
Da quali aziende è formata la Libra Foundation? E qui, a quanto pare, problemi di liquidità non dovrebbero essercene:
Da Visa a Mastercard, da PayPal a Uber, Booking, Stripe, l’argentina Mercado Libro. E ancora Spotify, Vodafone, Iliad, eBay, Farfetch, Andreessen Horowitz e alcuni nomi importanti del settore, fra cui Xapo e Coinbase. Insomma, aziende di altissimo livello, pronte ad investire 10 milioni di dollari cadauna!
L’annuncio è stato di quelli davvero esplosivi, la data stimata per l’avvio di tutta la piattaforma sembrerebbe essere il 2020, quindi non tanto lontana. A questo punto non ci resta che attendere e seguire con attenzione gli sviluppi della vicenda.
Fonti:
Startup Italia
The Cryptonomist
Agi Economia
Dadamoney