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Si tratta di uno dei più famosi antivirus gratuiti e insieme ad AVG, azienda collegata, si trova installato in oltre 400 milioni di computer di tutto il mondo: stiamo parlando di AVAST che, secondo un’inchiesta condotta da Vice e PCMag, avrebbe carpito migliaia di dati sensibili dei propri utenti per rivenderli, attraverso la sua società Jumpshot, a colossi come Google, Microsoft, PepsiCo, e McKinsey.

La notizia è di quelle che fanno davvero male, sia perché in fondo di Avast un po’ tutti ci fidavamo, abituati come siamo a vederlo silenziosamente al lavoro in basso a destra sui nostri schermi, sia perché Avast non solo non ha smentito la notizia, ma anzi l’ha confermata, difendendo però la pratica dietro tecnicismi statistici (i dati sarebbero “anonimizzati e aggregati”, non consentendo di fatto l’identificazione dell’utente).

In realtà, visto il livello di dettaglio dei nostri dati di navigazione, questa giustificazione non sembra reggere molto, considerando poi che soltanto da luglio del 2019 Avast ha cominciato a introdurre per i suoi clienti un’opzione per negare la condivisione di dati con Jumpshot.

Avast ha dunque promesso di rendere più trasparenti le politiche di accesso ai dati personali ma nel frattempo il nostro consiglio è sempre lo stesso: attenzione a quello che installate e ai contratti che accettate! E se avete dubbi, non esitate a chiedere agli amici di G:Cube!